NURSING REUMATOLOGICO

L’infermiere analizza i bisogni, gestisce l’attuazione dei percorsi assistenziali,
di prevenzione ed educazione terapeutica

Tratto da “Il Medico di Famiglia. Igiene e Salute”. Pacific Press Publishing Association, Brookfield, Illinois, 1923 - Capitolo IX- IV paragrafo -

Chi giace ammalato in letto diventa usualmente costipato. Si può fino ad un certo punto rimediare a quest’inconveniente con un adeguato regime alimentario lassativo; ma dove esso fallisca, bisogna ricorrere a mezzi più radicali.
È essenziale che l’ammalato abbia una soddisfacente evacuazione ogni giorno. Se questa manca, si deve somministrare un clistere. Si proceda nel seguente modo: Si protegga il letto con un lenzuolo di gomma coperto da un largo asciugamano (alcuni giornali ricoperti da un asciugatoio possono sostituire il lenzuolo di gomma); si faccia coricare il paziente supino colle ginocchia piegate; gli si rivolti l’indumento che indossa fino sopra la cintola e gli si ponga sotto la padella per malati, nella quale si verserà un po’ d’acqua calda per riscaldarla. Si metta in seguito un guanciale sotto alla schiena nella sua parte inferiore, e si porti presso al capezzale un rotolo di carta per privato, della vaselina e l’apposito recipiente contenente la soluzione per il clistere, con l’annesso tubo e cannula da inserire nel retto. L’acqua per il clistere (eccetto se il medico l’abbia ordinato altrimenti) dev’esser calda, alla temperatura di 41° C. (105° fahrenheit). L’aggiunta di un po’ di sale (un cucchiaio ogni mezzo litro) la rende meno irritante per le mucose intestinale. Nelle costipazioni ostinate, è efficace l’aggiunta di un po’ di saponata fatta con del buon sapone di Castiglia. Questo clistere deve esser sempre seguito da un’irrigazione intestinale (di volume alquanto ridotto) con acqua calda e pura, per lavar via il sapone, perché altrimenti irriterebbe gl’intestini. Il recipiente con l’acqua per il clistere dev’esser innalzato un po’ più d’un metro al di sopra del letto. Prima d’introdurre la cannula nel retto, la si unga con della vaselina, servendosi perciò di un po’ di carta (non la si immerga direttamente nel vasetto) e si lasci correr l’acqua nel tubo finché esca calda e senza interruzione. S’introduca poi gentilmente la cannula nel retto e si proceda col clistere.
Un adulto deve poter sopportare da uno a due litri d’acqua; mentre ad un bambino basta da un mezzo litro a uno intero. Se v’è un forte impulso di evacuazione, si arresti per un momento il flusso dell’acqua, si abbassi il recipiente e si ricominci adagio. È meglio se l’acqua può esser ritenuta alcuni istanti. Si distendano dei giornali sopra le gambe del paziente, per proteggere il lenzuolo di sopra in caso di violenta evacuazione. Prima di togliere la padella, si sollevi con la mano il sedere, per distaccarvi la pelle che sovente vi rimane aderente ed evitare così un’escoriazione. Appena tolta, la padella va immediatamente coperta e vuotata.

Commento
La stipsi è un incubo per tutti i pazienti, specie se anziani. L’immobilità dovuta all’allettamento protratto costituisce un potente fattore di innesco o amplificazione del problema. La posizione degli autori nei confronti della soluzione di questo problema può definirsi, a dir poco, categorica: l’evacuazione quotidiana è una priorità assoluta: il clistere rappresenta l’arma finale! Ancora una volta la descrizione di questa classica procedura infermieristica è minuziosa e perfetta. Nulla viene lasciato al caso! L’attenzione ai dettagli è ben evidente nel consiglio al ricorso di una saponata fatta con del “buon sapone di Castiglia”. Gli effetti della strategia antistipsi proposta dagli autori statunitensi dovevano essere certamente rapidi e potenti se viene consigliato un grande dispiego di giornali sopra le gambe del paziente per proteggere il lenzuolo in caso di “risposta violenta” alla terapia. L’attenzione rigorosa e nobile alla cura del paziente trova una chiara sintesi nel consiglio finale: “prima di togliere la padella, si sollevi con la mano il sedere, per distaccarvi la pelle che sovente vi rimane aderente ed evitare così un’escoriazione”. Ancora una volta queste immagini del passato ci fanno riflettere un po’!
Antonella Moretti