Gli infermieri dovrebbero essere coinvolti nell’intero percorso assistenziale, finalizzato al controllo dell’attività di malattia, all’attenuazione dei sintomi ed al miglioramento degli outcome.
Commento
Questa quarta raccomandazione ci rende onore! Sono i pazienti a chiedere a gran voce alle istituzioni di poter coinvolgere l’infermiere nell’intero iter assistenziale, riconoscendogli formalmente il peculiare ruolo di “regista” dell’intero percorso di vita con la malattia. Certamente non sarà facile raggiungere questo obiettivo nella pratica clinica quotidiana. La voragine del deficit in campo sanitario ha portato alla sospensione di concorsi ed assunzioni. In alcuni ospedali, in questi mesi estivi, non sono stati neppure pagati gli stipendi ai dipendenti! Si continua a parlare di qualità, umanizzazione, personalizzazione dell’assistenza ma all’orizzonte gli scenari che si intravvedono sono ben altri. In molte realtà le divisioni di Reumatologia sono state accorpate con le Unità di Medicina Interna, mentre in altre realtà vi è una stratificazione dei livelli assistenziali per intensità di cura! In questo tipo di modelli organizzativo non vi è spazio alcuno per la valorizzazione delle specifiche competenze specialistiche dell’infermiere, che si trova in tali contesti a dover assistere pazienti con problematiche cliniche ed assistenziali del tutto variegate. Si sta realizzando un vero e proprio ritorno al passato quando, prima ancora della Riforma Sanitaria, c’erano gli “ospedali di zona”, strutture generiche, che vedevano all’interno di un unico padiglione, malati indistinti con problemi e bisogni alquanto diversi. L’infermiere in questo contesto svolgeva funzioni di “factotum”, con tanta passione per la professione ma con poca qualificazione sotto il profilo specialistico! Un modello organizzativo coerente ed efficace dovrebbe invece utilizzare indicatori oggettivi di complessità assistenziale. Un corretta ed efficace presa in carico di un malato reumatico complesso richiede competenze specifiche che si acquisiscono dopo un percorso formativo impegnativo e ben strutturato. Anche se il momento storico non è dei più favorevoli, il nostro impegno deve mantenersi saldo. Nulla deve abbatterci! Dobbiamo continuare a focalizzare le nostre energie ad ampliare il nostro bagaglio culturale. “Formazione continua” deve essere la nostra parola d’ordine!
Antonella Moretti