In questi ultimi anni moltissimi giovani colleghi, neolaureati ma disoccupati, girano l’Italia, in lungo e in largo, per partecipare agli innumerevoli concorsi che le amministrazioni promuovono. Ma, organizzare un concorso, rappresenta un costo o un guadagno per questi enti? La bilancia, a conti fatti, pende indubbiamente dalla parte del guadagno e questo a prescindere dal fatto che il singolo partecipante si presenti o meno alle prove concorsuali. Basta pensare infatti, che la sola quota di iscrizione, obbligatoria in qualsiasi concorso pubblico o privato, fa incassare alle casse aziendali una cifra considerevole. Se moltiplichiamo sette euro (quota minima di iscrizione) per tremila iscritti, che rappresentano la media degli iscritti ai nostri concorsi, si arriva a 21.000 euro!
Analizziamo ora le spese fisse che ogni partecipante è tenuto a sostenere:
- quota di iscrizione
- copia della documentazione richiesta (attestati, titoli di studio, certificati, ecc);
- spese di spedizione della domanda e della documentazione, per raccomandata con ricevuta di ritorno;
- spese di viaggio per raggiungere la sede di concorso
- spese di vitto e alloggio per il tempo necessario allo svolgimento del concorso
- libri suggeriti per affrontare il concorso con maggior serenità
A conti fatti sono molto spesso soldi persi anche perché la possibilità di vincere un concorso di questo tipo, visti i numeri … non è più alta di quella di vincere una bella somma al gratta e vinci!