Una corretta alimentazione riveste un ruolo di sempre maggiore rilievo nei percorsi assistenziali dei pazienti con malattie infiammatorie croniche. In realtà anche nel non recente passato consigli alimentari ben precisi erano parte integrante di una corretta strategia terapeutica. Il brano che segue è tratto dal monumentale Dizionario Classico di Medicina Interna ed Esterna pubblicato nel 1834: “Il vitto deve essere tenuissimo in ogni caso di piressia compagna dell’artritide, cioè di soli brodi di vitello alterati con erbe saponacee, e alquanto più pieno sarà qualora l’artritide non sia febbrile, ma cronica e lenta; e allora consisterà in pochi vegetali misti di carni animali tenere, e poco vino si bea”.
A distanza di due secoli, i consigli alimentari per i pazienti con artrite continuano a orientarsi sulla necessità di evitare gli eccessi. La riduzione del sovrappeso e una dieta a basso apporto di grassi e zuccheri sono tre principi fondamentali da rispettare non solo per ridurre lo stress meccanico sulle articolazioni portanti ma, soprattutto, per contrastare l’aumentato rischio cardiovascolare che si associa invariabilmente con tutte le artriti croniche.
Alla riduzione drastica di cibi a elevato contenuto calorico dovrebbe corrispondere un energico incremento dell’apporto di frutta e vegetali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni giorno andrebbero assunte cinque porzioni di verdura e frutta. In tutti i pazienti con artrite è raccomandata l’assunzione giornaliera di almeno 1000 mg di calcio con integrazione di vitamina D negli ultrasessantenni.
Per quanto concerne l’apporto proteico, il pesce costituisce una eccellente alternativa alle carni rosse anche per l’apporto di vitamina D e di acidi grassi omega-3 che presentano un ottimo potenziale anti-infiammatorio.