Gli infermieri stranieri in Italia
La legge Bossi-Fini sull’immigrazione degli extra comunitari inserisce gli infermieri in una delle tre categorie “speciali” autorizzate ad entrare in Italia in qualsiasi periodo dell'anno (al di fuori dei limiti numerici indicati dalla normativa) e ad avere il rinnovo del proprio permesso di soggiorno direttamente qui in Italia a condizione che la qualifica di assunzione coincida con quella per la quale è stato rilasciato l'originario nulla osta.
Novità dal Parlamento Europeo per le cure all’estero
Il Parlamento Europeo ha affidato alla Pharmaceutical Group of the European Union l’incarico di individuare un sistema unico di ricetta valido in tutti i paesi dell’Unione Europea.
Questo mandato, è parte di un progetto di politica sanitaria ancora più ampio che prevede, per tutti i cittadini dell’Unione Europea, il diritto ed il riconoscimento sia dell’assistenza che della continuità delle cure anche quando non si trovano nel proprio paese di residenza.
Fonte: www.quotidianosanita.it
L’autoefficacia è “la convinzione delle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessarie a gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno in un particolare contesto, in modo da raggiungere gli obiettivi (i risultati) prefissati” (Albert Bandura).
L’autoefficacia può giocare un ruolo strategico nel promuovere nell’individuo “in crisi”, la forza e l’impegno necessario per affrontare le difficoltà e promuovere cambiamenti nel comportamento e nello stile di vita. In altri termini, dice Bandura, un buon livello di autoefficacia vuol dire rispondere con un bel “SI” alla domanda “…ce la farò?”
Un saggio del prof. Albert Mehrabian ha dimostrato che solo il 7% del significato viene veicolato dalle parole pronunciate, mentre il 38% di esso viene comunicato attraverso la tonalità in cui vengono espresse, e il restante 55% non ha nulla a che vedere con le parole, bensì con la fisiologia. Il silenzio, uno sguardo, la postura, le smorfie del volto o il modo di respirare, l’abbigliamento o il profumo usato sono aspetti che parlano per noi e manifestano il nostro modo di essere, l’universo dei nostri stati d’animo, ancor più delle nostre parole.
(La comunicazione efficace http://www.manageconsulting.it)
Il termine comunicare è storicamente collegato alla parola comune, che deriva dal verbo latino comunicare ( condividere- rendere comune), a sua volta correlato alla parola latina ( comune). Quando comunichiamo, incrementiamo la nostra conoscenza condivisa, cioè il “senso comune”, la precondizione essenziale per l’esistenza di qualsiasi comunità.
(Karl Erik Rosengren, 2001, p.11)
La comunicazione si realizza tramite lo scambio verbale e non verbale, ed è necessaria una competenza comunicativa affinché ogni individuo possa rendersi partecipe al processo di comunicazione.
(compendio di teoria della comunicazione…htpp://www.tecnolab.tm)
Il termine comunicazione all’interno delle organizzazioni, può essere interpretato in cinque diverse modalità:
- Senso tecnologico, qualora si parli dei veicoli dell’informazione (telecomunicazioni)
- Senso amministrativo-gestionale, qualora si intendano i sistemi informativi usati per trattare i dati necessari all’esercizio delle funzioni
- Senso strutturale, qualora ci si riferisca ai collegamenti gerarchici verticali o ai collegamenti trasversali dell’organizzazione
- Senso psicosociologico, qualora si guardi ai rapporti intercorrenti tra capo, gruppi e singoli collaboratori 8 in termini di comunicazione di idee e sentimenti)
- Senso sociale, per quanto concerne le informazioni che la direzione diffonde all’interno e all’esterno e in relazione alla natura dei rapporti con la comunità di lavoro.
(Pettinari e Sica 1993)
La derivazione del termine counseling può essere fatta risalire al verbo latino consulo-ere che si traduce in “ consolare, confortare” anche nell’accezione di “ venire in aiuto, avere cura”, oppure ad altro verbo latino consulto-are come 2richiedere il parere di un saggio”.
Le abilità di counseling comprendono fondamentalmente abilità di comunicazione, in quanto il fattore primario del processo di aiuto risiede nella relazione che si instaura tra counselor e paziente. Per un counseling efficace le abilità essenziali possono essere così riassunte:
- Capacità di comunicare la propria empatia, ossia il proprio essersi sintonizzati sul livello emotivo del paziente
- Capacità di praticare l’ascolto attivo, ossia di riprendere o riassumere ciò che l’interlocutore ha appena detto ottenendo la sua approvazione e dimostrando di aver prestato attenzione a quanto comunicato
- Un elevato controllo e consapevolezza del linguaggio corporeo e prossemico (comunicazione non verbale ), attraverso cui vengono veicolati gli stati emotivi connessi al contenuto verbale di cui si sta parlando
- La capacità di auto osservazione e di automonitoraggio di quanto sta avvenendo nella costruzione della relazione con quello specifico paziente
- La capacità di condurre il colloquio, evitando i rischi di induzione delle risposte e gli atteggiamenti di chiusura\ostacolo al dialogo
( Lidia Fubini,Paride Angius, Simonetta Lingua, Sonia Scarponi, 2002)